Negli ultimi anni la melatonina ha riscosso molto interesse non solo per la sua capacità di indurre e mantenere il sonno, ma anche per la sua influenza a livello del sistema ormonale, immunitario e nervoso.
Purtroppo in alcuni casi vediamo come l’integrazione con melatonina pura senza l’aggiunta di estratti secchi può risultare inefficace sebbene in letteratura scientifica continuino ad accumularsi prove dell’utilità dell’integrazione con melatonina nel migliorare la qualità del sonno anche a dosaggi inferiori a 1mg.
Melatonina in alcuni disturbi del sonno
Numerosi studi evidenziano l’efficacia dell’integrazione di melatonina in alcuni disturbi del sonno, in particolare l’insonnia, ma capita a volte che alcune persone non ottengano i risultati desiderati in quanto associando mentalmente l’effetto della melatonina a quello immediato di un sonnifero la assumono subito prima di coricarsi, mentre in realtà i livelli plasmatici massimi vengono raggiunti almeno dopo un’ora dall’assunzione.
Tempi di efficacia della melatonina
Il metabolismo della melatonina è prettamente individuale e in alcuni casi l’effetto ipnoinducente viene raggiunto anche dopo un mese di somministrazione continua. Per questo motivo l’associazione di melatonina con valeriana, biancospino e passiflora permette di migliorarne la rapidità di azione.
Tale risultato grazie anche all’effetto ansiolitico, neurosedativo e leggermente cardiosedativo caratteristici degli estratti secchi che diminuisce il “timing” di assunzione avvicinando la somministrazione al momento di coricarsi e rendendola più efficace rispetto all’uso di melatonina pura.
Dagli anni ‘90 in poi gli studi sulla melatonina si sono evoluti riguardo alla sua efficacia nell’insonnia, ma anche sulla sua presunta influenza sul ritardo dell’invecchiamento e come antitumorale, questi ultimi purtroppo con risultati troppo contrastanti per poterli definire certi.
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La melatonina fa bene all’umore
Contrariamente a ciò l’effetto ipnoinducente e di azione positiva sul tono dell’umore, che dipendono da una migliore qualità del sonno e dal legame della melatonina con il suo precursore, la 5-idrossitriptamina o serotonina, suo intermedio di sintesi a livello dell’epifisi, hanno dato risultati concreti.
Il 5-idrossitriprofano (5-HTP) derivato dalla pianta africana Griffonia simplicifolia, oltre a essere di grande utilità nella modulazione della fame nervosa, può agire in sinergia con la melatonina, contribuendo a migliorare l’umore di chi soffre di lievi disturbi stagionali tramite un innalzamento dei livelli sierici di serotonina e l’interazione con il recettore serotoninergico tramite meccanismi non ancora conosciuti.