Ottimizzare il metabolismo dei grassi: la giusta sinergia tra alimentazione equilibrata e integrazione

24 Febbraio 2024
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Non esiste un nutriente migliore di un altro

Se vogliamo far funzionare in maniera efficiente l’organismo dobbiamo necessariamente rifornirlo di tutto ciò di cui ha bisogno, consentendogli così di raggiungere un corretto stato nutrizionale. Non esiste, in valore assoluto, un nutriente che rivesta una importanza superiore: ognuno, come in un grande mosaico, esercita la propria influenza ed occupa una specifica posizione nel raggiungimento della risultante condizione di equilibrio alla base di un corretto stato di salute.

Capita spesso che alcuni nutrienti vengano ingiustamente “demonizzati”; talvolta le infondate opere di demonizzazione hanno la conseguenza di orientare le scelte del consumatore verso l’esclusione di alcuni principi nutritivi od alimenti che invece – se presenti nelle giuste quantità – rappresentano dei “tasselli” di cui non possiamo fare a meno.

I grassi: nutrienti di vitale importanza

Bersaglio ricorrente di alcune campagne di discredito sono i grassi. Tralasciando alcune caratteristiche chimiche non essenziali per questa trattazione, i grassi (chiamati anche lipidi) sono il nutriente a maggiore densità energetica: sviluppano, infatti, poco più del doppio delle kcal rispetto a carboidrati e proteine. Tuttavia l’elevato tenore calorico non dovrebbe essere ragione di esclusione o di riduzione drastica dalla propria alimentazione dei lipidi, che si rivelano invece dei nutrienti fondamentali per l’organismo umano.

Quali funzioni svolgono i grassi?

L’importanza dei grassi risulta evidente dall’ampio spettro di funzioni da essi svolte. Sono un componente fondamentale della membrana cellulare, struttura che consente lo scambio di sostanze nutritive per la cellula e che conferisce protezione fisica alle strutture interne; sono indispensabili per la sintesi di ormoni di cui non potremmo fare a meno, partecipano alla comunicazione cellulare ed esercitano funzione di regolazione generale. Vengono utilizzati dal nostro organismo a scopo energetico, specialmente tra un pasto e l’altro e nei periodi di digiuno più prolungati, nonché rappresentano la principale fonte di energia utilizzata nelle attività fisiche a media-bassa intensità e di media/lunga durata (es. endurance).

Una volta ingeriti attraverso gli alimenti, anche i grassi (come gli altri nutrienti d’altronde) devono essere “rielaborati” al fine di fornire energia all’organismo in una sede specifica: il mitocondrio, considerato come la “centralina energetica” della cellula.

Carnitina: elemento critico nell’utilizzo dei grassi

Il primo ostacolo per un effettivo utilizzo dei grassi è proprio il loro ingresso nel mitocondrio, che non avverrebbe senza un elemento fondamentale: la carnitina. Questa in sostanza li trasporta nella centrale energetica cellulare, consentendoci così di estrapolare ed ottenere energia dai grassi provenienti dall’alimentazione o dalle nostre riserve.

Supplementazione di carnitina: una soluzione possibile?

Il ruolo fisiologico di “intermediario” tra il grasso-nutriente ed il suo effettivo utilizzo a scopo energetico esercitato dalla carnitina può giustificarne una supplementazione in diversi contesti.
Migliorando le dinamiche d’utilizzo dell’energia proveniente dai grassi, supplementare carnitina potrebbe essere funzionale a soggetti sottoposti ad elevati livelli di attività fisica (specialmente di endurance) ed anche rivelarsi utile nel ridurre l’astenia e la fatica generalizzata tipica dei periodi ad elevato impegno lavorativo o dei cambi di stagione.
Condizioni di stress legate a contingenze lavorative, impegni sportivi e/o prestazioni di natura intellettuale possono rappresentare valide situazioni in cui valutare l’integrazione di carnitina , che ha inoltre dimostrato di saper proteggere le cellule nervose dai danni prodotti dall’incremento dei radicali liberi; quest’ultimo aspetto può giustificarne anche un suo utilizzo a scopo preventivo nei confronti di alcune patologie neurodegenerative.

Riassumendo, una ottimizzazione dell’utilizzo dei grassi derivante dalla supplementazione di carnitina può risultare utile in svariati contesti sia a scopo preventivo, sia in situazioni ad alto stress causate da marcati impegni sportivi e/o lavorativi, contesti nei quali implementare il senso di energia è fondamentale al fine di garantire una migliore percezione di benessere individuale. Infine alcune evidenze hanno valutato che integrare carnitina potrebbe “coadiuvare” regimi dietetici ipocalorici con l’obiettivo sinergico di promuovere un miglioramento della composizione corporea.