Metalli pesanti

21 Aprile 2022
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Con il termine metalli pesanti si indica l’insieme di metalli (ma anche non metalli come selenio e arsenico) che hanno la capacità di formare complessi molecolari nel citoplasma cellulare, con un conseguente potenziale danno alle cellule.
Questa prerogativa li rende “tossici” o utilizzabili solo in microdosi (come vanadio o selenio) per scopi di regolazione.

Convenzionalmente questi metalli sono quelli che presentano una densità maggiore di 4,5 grammi per centimetro cubo.
Alcuni esempi di metalli pesanti sono arsenico, cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo, tallio, vanadio.

Questi metalli sono inquinanti e possono comportare una vasta gamma di effetti negativi sull’ambiente e sull’uomo.
Il nichel, il cadmio ed il piombo possono essere tossici per l’uomo e spesso sono anche cangerogeni (nichel e cadmio).
Per quanto riguarda il danno ambientale, questi metalli possono accumularsi nei tessuti vegetali e animali.

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